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Prospettiva Metodo di rappresentazione di oggetti tridimensionali su una superficie piana, in modo da simulare il più possibile la visione degli occhi. Anche se, nell'antichità, sono vari i tentativi per risolvere i problemi di profondità spaziale nella rappresentazione pittorica e alcuni artisti dimostrano, con le loro opere, di aver compreso alcune regole prospettiche, il primo metodo completo di rappresentazione prospettica è elaborato al principio del Rinascimento da Filippo Brunelleschi (1377-1446) e codificato da Leon Battista Alberti nel trattato Della pittura (1436). Da quella data la scienza della prospettiva entra a far parte della pratica del disegno e della pittura, soprattutto nel periodo che va dai grandi maestri del Rinascimento alle scenografiche rappresentazioni dell'arte barocca. In epoca moderna, dopo l'affermarsi della pittura impressionista e l'abbandono del concetto di arte come riproduzione del vero, alla prospettiva vengono attribuiti compiti soprattutto tecnici, complementari all'assonometria. Elementi essenziali alla prospettiva sono il punto di vista (scelto a una distanza a piacere dall'oggetto da rappresentare e che ne determina l'immagine rappresentata), la linea d'orizzonte (immaginata all'altezza degli occhi dell'osservatore) e i punti di fuga (a cui convergono tutte le linee orizzontali dell'oggetto e della scena raffigurata. Tra i diversi metodi di rappresentazione prospettica, i più importanti sono la prospettiva centrale (usata soprattutto per scenografie teatrali), la prospettiva accidentale (in architettura) e la prospettiva a volo d'uccello. Vedi anche punto di fuga.
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